lunedì 30 settembre 2024

Autunno

 Vincenzo Cardarelli

Già lo sentimmo venire

nel vento d’agosto,
nelle piogge di settembre
torrenziali e piangenti,
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora passa e declina,
in quest’autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.




Foglie gialle

Ma dove ve ne andate,

povere foglie gialle,
come tante farfalle
spensierate?
Venite da lontano
o da vicino?
Da un bosco
o da un giardino?
E non sentite la malinconia
del vento stesso
che vi porta via?
Trilussa



martedì 24 settembre 2024

Ungaretti

 

Louis-Ferdinand Céline

Louis-Ferdinand Céline Louis-Ferdinand Céline è noto per le sue citazioni profonde e spesso provocatorie. 
Ecco alcune delle sue citazioni più celebri:
"L’esperienza è una lampada fioca, che illumina solo chi la porta."
 "Quasi ogni desiderio di un uomo povero è un reato punibile."

    Charles Bukowski-e il gatto

     "È arrivato alla mia porta una notte, bagnato, magro, picchiato e terrorizzato un gatto bianco, strabico e senza coda.

    L'ho portato dentro, gli ho dato da mangiare e lui è rimasto.
    Ha preso fiducia in me, fino a quando un amico non è salito sulla rampa del garage e lo ha investito.
    Ho portato ciò che rimane di lui al veterinario, che ha detto:
    "Non ha molte possibilità... Dagli queste pillole... la sua spina dorsale è rotta; lo era già prima, ma in qualche modo si è aggiustato, se vive non camminerà mai; guarda queste radiografie,
    Gli hanno sparato, guarda qui, i pallini sono ancora lì... Inoltre, una volta aveva la coda, ma qualcuno gliel'ha tagliata... ”.
    Sono tornato con il gatto, era un'estate calda, una delle più calde degli ultimi decenni, l'ho messo sul pavimento del bagno, gli ho dato acqua e pillole, non mangiava, non toccava nemmeno l'acqua.
    Bagnavo il dito dentro di lei e gli bagnavo la bocca, gli parlavo, non andavo da nessuna parte, passavo molto tempo in bagno e gli parlavo, lo toccavo dolcemente, e lui mi guardava con quegli occhi azzurri chiari e strabici e con il passare dei giorni
    ha fatto la sua prima mossa strisciando con le zampe anteriori (le posteriori non rispondevano).
    È riuscito a raggiungere la sabbia, si è strisciato sul bordo fino a entrare, è stato come la tromba di una possibile vittoria che suonava in bagno e in città.
    Vedevo me stesso in quel gatto, anch'io avevo passato un brutto periodo; non così male, ma abbastanza male.
    Una mattina si è alzato, si è alzato, è caduto e mi ha guardato.
    "Puoi farcela", gli ho detto.
    Continuava a provare, rialzandosi, cadendo
    fino a quando alla fine ha fatto qualche passo, era come un ubriaco; le zampe posteriori non volevano fare le loro cose e cadeva di nuovo, riposava, si rialzava.
    Il resto lo sai: ora è meglio che mai, strabico e quasi sdentato, ma la grazia è tornata, e quello sguardo nei suoi occhi non è mai andato via...
    E ora a volte mi fanno delle interviste, vogliono sentirmi parlare di vita e letteratura, e io mi ubriaco e prendo in braccio il mio gatto strabico,
    crivellato, investito e senza coda e dico loro: "Guardate, guardate questo! ”
    Ma non lo capiscono, dicono cose come: "e lei dice che è stato influenzato da Céline? ” “No” e prendo il gatto in braccio, “per quello che succede, per cose come questa, per questo, per questo! ”
    Scuoto il gatto, lo sollevo nella luce fumante e ubriaca, è tranquillo, lui sa...
    È allora che l'intervista finisce e
    anche se a volte mi sento orgoglioso quando vedo le foto dopo, e ci sono io e c'è il gatto, e siamo insieme nella foto...
    Anche lui sa che è stupido, ma che in qualche modo aiuta. "
    -Charles Bukowski



    Citazioni

      Il mio migliore amico è lo specchio, perché quando piango non ride mai. (Jim Morrison)


    1. Albert Einstein: “La logica ti porterà da A a B. L’immaginazione ti porterà dappertutto.”
    2. Oscar Wilde: “Sii te stesso; tutti gli altri sono già occupati.”
    3. Mahatma Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.”
    4. Mark Twain: “Il segreto per andare avanti è iniziare.”








    lunedì 23 settembre 2024

    il "sapere di non sapere" Socrate

     

    Il fondamento paradossale del pensiero socratico è il "sapere di non sapere", un'ignoranza che si manifesta come consapevolezza della mancanza di conoscenza definitiva e che diventa il motore principale del desiderio di sapere. La figura del filosofo, secondo Socrate, è diametralmente opposta a quella del saccente, cioè del sofista che si considera e si proclama sapiente, almeno in una sapienza tecnica come quella retorica.
    Le fonti storiche descrivono Socrate come un individuo mosso da un'intensa ricerca della verità e della conoscenza, che tuttavia gli sembrava sempre sfuggente. Egli affermava di aver compreso di non sapere nulla, e per questo motivo si considerava più sapiente degli altri.
    Nell'Apologia di Socrate viene narrato come egli sia giunto a questa consapevolezza attraverso un evento particolare. Un suo amico, Cherefonte, interrogò la Pizia, la sacerdotessa dell'oracolo di Apollo a Delfi, su chi fosse l'uomo più sapiente di Atene, e la risposta fu Socrate. Consapevole della propria non-sapienza e sapendo che l'oracolo non mente, Socrate interpretò il responso come un riconoscimento che solo chi si ritiene ignorante è veramente sapiente.
    Al termine del confronto, racconta Socrate, coloro che si credevano sapienti, di fronte alle proprie contraddizioni e insufficienze (l'aporia socratica), si sentirono stupiti e smarriti, mostrandosi per ciò che erano: arroganti ignoranti inconsapevoli della propria ignoranza. «Allora compresi», afferma Socrate, «che in realtà ero il più sapiente, perché ero l'unico a conoscere la mia ignoranza. Di conseguenza, quegli uomini, che erano i governanti della città, di fronte alla loro insufficienza, iniziarono a odiare Socrate».



    Socrate e Santippe: un'incisione di Otto van Veen del XVII secolo.



    Aristippo

     La scuola filosofica dei Cirenaici, fondata da Aristippo, pone il piacere come scopo primario dell'esistenza. Non essendo omogenea, la scuola cirenaica si è sviluppata in diverse correnti etiche e ha trovato parziali riscontri nell'epicureismo. Epicuro ha infatti fornito alla sua dottrina edonistica basi ontologiche e gnoseologiche, assenti nei Cirenaici, i quali hanno sviluppato il loro pensiero esclusivamente sull'etica pratica della vita quotidiana. Aristippo ha delineato questa corrente filosofica sull'antropocentrismo, il sensismo assoluto, la ricerca del piacere fisico e l'autosufficienza individualista.La caratteristica distintiva dell'edonismo di Aristippo è l'individualismo estremo e un'autosufficienza simile a quella cinica, con un marcato disprezzo per le convenzioni sociali e le tradizioni. Il piacere, immediato e dinamico, si lega all'individualismo che lo ricerca in ogni momento dell'esistenza, in qualsiasi sua forma. Solo gli eventi umani sono degni di interesse e i fenomeni naturali lo sono solo se generano piacere. Tuttavia, l'autosufficienza, principio cardine di Aristippo, si applica anche al piacere: va ricercato senza diventarne schiavi, perché se il piacere è sempre un bene da perseguire, quando diventa padrone, deve essere rifiutato in favore dell'autosufficienza e dell'autonomia individuale. Il vero piacere, secondo Aristippo, è sempre dinamico (non l'aponia epicurea, ovvero l'“assenza di dolore”) e rappresenta il motore positivo dell'esistenza, che è una successione discontinua di istanti da vivere nel presente, trascurando passato e futuro.

    Raffigurazione di Aristippo


    “Sono così stordito del niente che mi circonda” Leopardi

     

    “Sono così stordito del niente che mi circonda” dal carteggio tra Leopardi e Giordani


    Ritratto di Giordani


    Giacomo Leopardi, Lettera a Pietro Giordani, 19 Novembre 1819

    “Sono così stordito del niente che mi circonda, che non so come abbia forza di prendere la penna per rispondere alla tua del primo. Se in questo momento impazzissi, io credo che la mia pazzia sarebbe di seder sempre cogli occhi attoniti, colla bocca aperta, colle mani tra le ginocchia, senza né ridere né piangere, né muovermi altro che per forza dal luogo dove mi trovassi .Non ho più lena di concepire nessun desiderio, neanche della morte, non perch’io  la tema in nessun conto, ma non vedo più divario tra la morte e questa mia vita, dove non viene più a consolarmi neppure il dolore. Questa è la prima volta che la noia non solamente mi opprime e stanca, ma mi affanna e lacera come un dolor gravissimo; e sono così spaventato dalla vanità di tutte le cose, e della condizione degli uomini, morte tutte le passioni, come sono spente nell’animo mio, che ne vo fuori di me, considerando ch’è un niente anche la mia disperazione.”

    A. Ferrazzi, Portrait of Giacomo Leopardi, circa 1820, oil on canvas, located in Recanati, Leopardi Palace


    domenica 22 settembre 2024

    Ricordando mio padre

     Questa è una foto di me bambina, seduta nella splendida Opel di mio padre. Guardandola, vengo riportata indietro nel tempo, a quei giorni in cui la presenza di mio padre riempiva ogni spazio. Era un uomo straordinario, che faceva di tutto per rendermi felice. Ma ciò che contava di più era come mi faceva sentire: al centro del suo mondo, una principessa. Con lui al mio fianco, mi sentivo invincibile, certa che nessuno al mondo avrebbe mai potuto farmi del male, perché c'era lui, il mio scudo e la mia forza.

    Anna Maria



    Jules Renard

     Chi non ha la malattia dello scrupolo non deve nemmeno

    sognare di essere onesto. (Jules Renard)


    Se dovessi ricominciare la mia vita, non vorrei cambiare nulla; solo vorrei aprire gli occhi un po’ di più.

    Non basta essere felici! È necessario anche che gli altri non lo siano.

    Cercate il ridicolo in tutto, lo troverete.

    Ci si fida tanto della posterità. Ma perché gli uomini di domani dovrebbero essere meno stupidi di quelli di oggi?

    Ci sono momenti in cui tutto va per il verso giusto. Non occorre spaventarsi. Passano subito.

    Una volta che la mia decisione è presa, esito lungamente.
    [Une fois que ma décision est prise, j’hésite longuement]

    Il fallimento non è l’unica punizione per la pigrizia; vi è anche il successo degli altri.

    Luci della ribalta

     

    • La vita  è meravigliosa, se non se ne ha paura. Tutto quello che ci vuole è coraggio, immaginazione e un po' di soldi. (Calvero)
    • Il cuore e la mente che grande enigma! (Calvero)

    sabato 21 settembre 2024

    Emily Dickinson

    Se io potrò impedire
    a un cuore di spezzarsi
    non avrò vissuto invano
    Se allevierò il dolore di una vita
    o guarirò una pena
    o aiuterò un pettirosso caduto
    a rientrare nel nido
    non avrò vissuto invano.


    (Emily Dickinson)

    The Dickinson Children (Emily Elizabeth, Austin, and Lavinia Dickinson) by Otis Allen Bullard, oil on canvas, ca. 1840, Houghton Library, Harvard University

    (Ritratto di famiglia dei fratelli Dickinson (Emily alla sinistra))

    venerdì 20 settembre 2024

    Fanny Targioni Tozzetti

    Francesca Ronchivecchi, nata da Luigi Ronchivecchi e Teresa Manzi, sposò il professor Antonio Targioni Tozzetti e insieme ebbero tre figlie: Giulia, Adele e Teresa. La loro dimora fiorentina in via Ghibellina era un ritrovo per letterati e artisti, e la bellezza e disinvoltura di Francesca le valsero una reputazione di donna affascinante e incline agli amori. Nella società fiorentina, divenne nota per il suo aspetto e per le sue frequentazioni letterarie, che generarono pettegolezzi e voci. Giacomo Leopardi, che nutrì per lei un'infatuazione non ricambiata, la celò sotto lo pseudonimo di Aspasia – la nota intellettuale di Mileto, amante e poi sposa di Pericle – nella sua poesia omonima. Fanny Targioni Tozzetti si spense all'età di 88 anni e fu tumulata nel Cimitero Monumentale della Misericordia dell'Antella, nel Comune di Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze.Un amore leopardiano Alessandro Poerio introdusse Leopardi a Fanny il 10 maggio 1830, poco dopo l'arrivo del poeta a Firenze. Poerio la descrisse così all'amico comune Antonio Ranieri: «Leopardi e Niccolini la ritengono non solo di una bellezza straordinaria e di modi cortesi, ma anche di talento superiore nella pittura, nelle lingue moderne e in altre doti. La Targioni [...] è diventata completamente una figura letteraria e aristocratica. Si dice che Carlo Torrigiani sia il suo prediletto attuale. Altri hanno menzionato Luigi Mannelli. Vi sono anche voci che Gherardo Lenzoni e il marchese Lucchesini periodicamente rivendichino l'antico dominio. Personalmente, non posso credere che una donna così accorta possa essere al centro di tali storie licenziose e penso che almeno due dei quattro amanti siano frutto di fantasia.»

    (Lettera di Alessandro Poerio ad Antonio Ranieri, 18 maggio 1830)«Angelica beltade!

    Parmi ogni più bel volto, ovunque io miro,
    quasi una finta imago
    il tuo volto imitar. Tu sola fonte
    d'ogni altra leggiadria,
    sola vera beltà parmi che sia»





    La filosofia di Leopardi

    La filosofia di Giacomo Leopardi è marcata da un profondo pessimismo, che si manifesta in diverse fasi: Pessimismo Personale: Leopardi attribuisce inizialmente la sua infelicità a fattori personali, quali le sue condizioni fisiche e l'assenza di illusioni. Pessimismo Storico: In seguito, amplia questa prospettiva a tutta l'umanità, interpretando la storia come un processo di costante declino e sofferenza. Pessimismo Universale: Alla fine, Leopardi adotta una visione secondo cui la natura è indifferente e avversa verso l'uomo, condannandolo a una vita di dolore e disinganni. Un altro elemento fondamentale è la teoria del piacere. Leopardi afferma che l'uomo è in eterna ricerca di un piacere illimitato, irraggiungibile, che conduce inevitabilmente a delusione e infelicità. Leopardi è rinomato anche per la sua poesia filosofica, attraverso la quale trasmette le sue meditazioni esistenziali e il suo acuto senso di malinconia e isolamento. Opere come "L'Infinito" e "A Silvia" sono esempi significativi di questa sintesi tra poesia e filosofia.




    Ugo Foscolo "Io non odio .."

     

     Io non odio persona al mondo, ma vi sono cert'uomini ch'io ho bisogno di vedere soltanto da lontano



    giovedì 19 settembre 2024

    “Settembre” di Luigi Pirandello

     Le speranze se ne vanno

    come rondini a fin d ’anno:
    torneranno?
    Nel mio cor vedovi e fidi
    stanno ancora appesi i nidi
    che di gridi
    già sonaron brevi e gaj:
    vaghe rondini, se mai
    con i raj
    del mio Sole tornerete,
    le casucce vostre liete
    troverete.

    martedì 17 settembre 2024

    Alla pioggia (Edmondo De Amicis)

    Scendi a torrenti, giù, pioggia feconda.
    Riga il ciel de le tua fila infinite,
    Ravviva i germi, suscita le vite
    Nel seno de la terra sitibonda!
    Scroscia ne la città negra ed immonda,
    Gorgoglia ne le piazze inaridite,
    Lava i sobborghi, spazza la mefite,
    Corri, schizza, ringorga, inaffia, inonda!
    Vedi, tutto si scote e si ridesta
    Sotto ai sonanti sprazzi cristallini,
    Tutto sgocciola, tremola e fa festa,
    E dai vetri t’applaudono i bambini
    E i fiori verso te levan la testa
    E le donne ti mostrano i piedini.


     

    I gatti lo sapranno (Cesare Pavese)

    Ancora cadrà la pioggia
    sui tuoi dolci selciati,
    una pioggia leggera
    come un alito o un passo.
    Ancora la brezza e l’alba
    fioriranno leggere
    come sotto il tuo passo,
    quando tu rientrerai.
    Tra fiori e davanzali
    i gatti lo sapranno.
    Ci saranno altri giorni,
    ci saranno altre voci.
    Sorriderai da sola.
    I gatti lo sapranno.
    Udrai parole antiche,
    parole stanche e vane
    come i costumi smessi
    delle feste di ieri.
    Farai gesti anche tu.
    Risponderai parole −
    viso di primavera,
    farai gesti anche tu.
    I gatti lo sapranno,
    viso di primavera;
    e la pioggia leggera,
    l’alba color giacinto,
    che dilaniano il cuore
    di chi piú non ti spera,
    sono il triste sorriso
    che sorridi da sola.
    Ci saranno altri giorni,
    altre voci e risvegli.
    Soffriremo nell’alba,
    viso di primavera.



     

    lunedì 2 settembre 2024

    Giovanni Verga

    Giovanni Verga (1840-1922) fu uno scrittore, drammaturgo e politico italiano, ritenuto il più grande rappresentante del Verismo. Nato a Catania da una famiglia di nobili origini, Verga iniziò scrivendo romanzi avventurosi e patriottici, ispirato dalle opere di Alexandre Dumas. Nel 1869 si trasferì prima a Firenze e poi a Milano, dove si immerse in importanti circoli letterari e venne influenzato dal Naturalismo francese. La sua conversione al Verismo si concretizzò con "Rosso Malpelo" e "I Malavoglia" (1881), quest'ultimo tra i suoi lavori più noti.Il Verismo di Verga è noto per l'impersonalità narrativa e la descrizione diretta e realistica della vita delle classi meno abbienti. Tra le sue opere più importanti figurano anche "Mastro-don Gesualdo" (1889) e "Cavalleria rusticana", che ispirò l'omonima opera di Pietro Mascagni.

    Verga divenne senatore del Regno d'Italia nel 1920 e morì a Catania nel 1922.







    Federico Fellini con la moglie Giulietta Masina, protagonista de La strada nei panni di Gelsomina

    Federico Fellini con la moglie Giulietta Masina, protagonista de La strada nei panni di Gelsomina
    Il film, ricco di poesia, racconta il tenero ma anche turbolento rapporto fra Gelsomina, interpretata da Giulietta Masina, e Zampanò, interpretato da Anthony Quinn, due strampalati artisti di strada che percorrono l'Italia dell'immediato dopoguerra.

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    Paola Ojetti
    è soprattutto ricordata per la sua attività di traduttrice, iniziata sin da giovanissima con versioni dal francese e dall'inglese di dialoghi di film. Negli anni '30,

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    Il piccolo principe (Le Petit Prince) è un racconto di Antoine de Saint-Exupéry

    la dedica

    A Leone Werth.

    Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il migliore amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini. E ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stata. Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano.)
    Perciò correggo la mia dedica:
    A Leone Werth
    quando era un bambino»

    Fernando Botero

    Fernando Botero
    Di Roel Wijnants - Flickr, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia

    Gato_(Fernando Botero)

    Gato (Fernando Botero). CamilleHardy.