La Città dei Sogni
Esiste un luogo che nessuna mappa segna, un posto dove il tempo si piega e i desideri prendono forma: la Città dei Sogni. Nessuno sa come ci si arriva, ma chiunque vi entri lo fa nel momento esatto in cui la realtà inizia a spezzarsi sotto il peso delle illusioni. Leon l’aveva sempre cercata senza saperlo. Per anni aveva inseguito un successo sfuggente, un amore mai davvero suo, un senso di completezza che gli sfuggiva come sabbia tra le dita. Poi, una notte, dopo aver vagato senza meta per la sua città, si ritrovò davanti a un ponte di marmo bianco, sospeso su un fiume d’argento. Lo attraversò senza pensarci, spinto da una strana sicurezza che non gli apparteneva. Oltre il ponte, la città si dispiegava come un sogno vivente. Palazzi di vetro riflettevano cieli impossibili, strade si intrecciavano come pensieri dimenticati, e la luce della luna danzava sui tetti d’oro. Qui, ogni persona incontrava la versione perfetta della propria vita. Leon vide il sé che avrebbe voluto essere: un uomo sicuro, amato, potente. Incontrò l’amore mai vissuto, il talento mai espresso, la felicità che gli era sempre sembrata irraggiungibile. E per un tempo indefinito, visse come avrebbe sempre voluto; ma la Città dei Sogni non regala nulla senza un prezzo. Con il passare dei giorni—o forse degli anni—Leon iniziò a dimenticare chi era stato prima. Il suo riflesso negli specchi diventava sfocato, i ricordi della vita passata si sbriciolavano come carta bruciata. Un giorno, mentre camminava lungo una strada avvolta nella nebbia dorata, vide un uomo seduto su una panchina, lo sguardo perso nel vuoto. «Stai cercando di ricordare, vero?» chiese l’uomo, con un sorriso malinconico.
Leon esitò. «Ricordare cosa?»
L’uomo scosse la testa. «Quello che eri, prima che la città ti prendesse.»
Un brivido gli percorse la schiena. Iniziò a correre, attraverso vicoli che cambiavano forma, piazze che si dissolvano al suo passaggio. La città lo voleva trattenere. Ma Leon aveva deciso: non voleva più un sogno perfetto, voleva la sua imperfezione.
Arrivò al ponte. Il marmo ora era scuro, consumato. Fece un passo… e il sogno svanì.
Si svegliò nella sua stanza, con la luce dell’alba che filtrava attraverso la finestra. Il cuore batteva forte. Non sapeva se fosse stato un sogno o un viaggio reale, ma una cosa era certa: ora sapeva cosa voleva dalla vita.
E questa volta, avrebbe vissuto davvero.
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