Zack (Mino Donadei)
In ognuno di noi abita un altro, non riflesso ma origine. È colui che ci osserva mentre crediamo di essere protagonisti, colui che custodisce le scelte non compiute, le parole mai dette, le vite a cui abbiamo rinunciato per paura o per illusione.
Zack avanza avvolto nel suo tabarro, un’ombra silenziosa tra le strade di Lecce. Il freddo della notte non lo sfiora, è il gelo delle scelte non compiute che lo accompagna. Le pietre barocche, maestose e immobili, sembrano custodire l’eco delle vite sfiorate e mai vissute, testimoni di desideri sospesi e di occasioni lasciate andare.
La Fata in rosso, presenza senza voce, è il varco tra il visibile e l’inconfessato. La sua veste scarlatta richiama un tempo ancestrale, memoria di sangue, passione e destino. Non indica una strada, ma un tempo senza confini, dove ogni finzione si dissolve e resta solo l’essenza. Zack la segue, ogni suo passo è una soglia, ogni soglia una domanda: Chi sei quando nessuno ti guarda?
La Fata in rosso (Ionela Mihai)
Nessun commento:
Posta un commento