martedì 3 giugno 2025

Il mistero delle ciliegie rubate

 Nella vecchia cucina dai muri di pietra e il profumo di pane appena sfornato, Lucia giocava sul pavimento con il suo cagnolino, Tobia. Sul tavolo, accanto alla grande finestra che lasciava entrare la luce dorata del pomeriggio, un cesto di ciliegie brillava come piccoli rubini.  

Lucia amava quelle ciliegie. Ogni estate, la nonna le raccontava una storia su di loro: diceva che portavano fortuna a chi le mangiava con il cuore pieno di gioia.  

Quel giorno, però, successe qualcosa di strano. Lucia si voltò un attimo per sistemare le bambole, e quando tornò a guardare il cesto… alcune ciliegie mancavano!  

La bambina aggrottò le sopracciglia e osservò Tobia, che la guardava con i suoi occhioni furbi. Aveva qualcosa di rosso sul musetto.   «Tobia! Sei stato tu?» chiese ridendo. Il cagnolino abbassò le orecchie e scodinzolò, poi prese una ciliegia con la zampa e la spinse verso Lucia, come se volesse condividerla con lei.   Lucia scoppiò a ridere e abbracciò il suo piccolo amico. Poi, sentì la voce della nonna dietro di lei.   «Sai, tesoro,» disse la nonna con un sorriso, «si dice che chi ruba una ciliegia senza farsi vedere avrà fortuna tutto l’anno.»  

Lucia guardò Tobia, che sembrava tutto soddisfatto. «Allora Tobia sarà il cagnolino più fortunato del mondo!»  

E così, tra risate e dolci bocconi, la cucina restò testimone di un piccolo segreto tra una bambina e il suo fedele cagnolino.  




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la dedica

A Leone Werth.

Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il migliore amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini. E ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stata. Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano.)
Perciò correggo la mia dedica:
A Leone Werth
quando era un bambino»

Fernando Botero

Fernando Botero
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