Oscar Wilde (1854–1900) è stato uno dei più brillanti, controversi e affascinanti autori dell’Ottocento. Scrittore, poeta, drammaturgo e maestro di aforismi, Wilde ha saputo sfidare le convenzioni del suo tempo con intelligenza, ironia e uno stile unico. Nato a Dublino, si formò a Oxford, dove abbracciò l’estetismo, movimento che esaltava l’arte e la bellezza come valori supremi, al di sopra della morale e dell’utilità.
La sua opera più celebre, Il ritratto di Dorian Gray (1890), è un romanzo gotico e filosofico che esplora il culto della giovinezza, la corruzione dell’anima e il prezzo della vanità. Ma è soprattutto con le sue commedie teatrali — L'importanza di chiamarsi Ernesto, Un marito ideale, Il ventaglio di Lady Windermere — che Wilde conquistò il pubblico vittoriano, mescolando eleganza stilistica e feroce critica sociale.
Dotato di spirito tagliente e di una lingua affilata, Oscar Wilde fece della conversazione un’arte e della provocazione un’arma. Ma fu proprio la sua sfida alle ipocrisie dell’epoca — in particolare la sua omosessualità vissuta apertamente — a condurlo al processo che lo avrebbe rovinato. Condannato per "grave indecenza", fu imprigionato due anni ai lavori forzati. Dopo la scarcerazione visse in esilio e in povertà, morendo a Parigi nel 1900.
Oggi, Wilde è celebrato come un’icona della libertà individuale, della bellezza come forma di resistenza e della letteratura come strumento di verità. I suoi aforismi restano immortali, come questo, che sintetizza il suo pensiero: “Si può resistere a tutto, tranne che alla tentazione.”
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