Racconti brevi

 🌌 “La voce del vento”

C’era una volta un villaggio sospeso tra cielo e mare, dove le case erano fatte di pietra e memoria. Ogni sera, il vento soffiava tra le vie strette, portando con sé frammenti di storie dimenticate.

Nel cuore del villaggio viveva Elide, una donna che non parlava mai, ma che tutti ascoltavano. Si diceva che fosse nata da un sogno di luna, e che il vento le avesse insegnato a leggere le emozioni nei sussurri dell’aria.

Elide scriveva lettere che nessuno spediva, poesie che nessuno leggeva, ma che cambiavano chi le sfiorava. Le lasciava sotto le pietre, tra le radici degli ulivi, o appese ai rami come foglie di carta.

Un giorno, arrivò un uomo stanco, con gli occhi pieni di pioggia. Non cercava nulla, ma trovò una lettera. Diceva: "Se hai dimenticato chi sei, ascolta il vento. Lui ti ricorda."

L’uomo rimase. E ogni sera, accanto a Elide, imparò a scrivere senza penna, a parlare senza voce, a vivere senza paura.

Il villaggio non cambiò. Ma da quel giorno, il vento portava anche speranza.


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Un Amore Sotto le Stelle


In una piccola cittadina costiera dell'Italia meridionale, dove le onde del mare s'infrangono dolcemente contro le scogliere, viveva una giovane donna di nome Sofia. Sofia era nota per la sua bellezza eterea e il suo spirito libero. Passava le giornate a lavorare nella piccola libreria di famiglia, un luogo ricco di storie e misteri.




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L'incontro

Una sera d'estate, durante una festa in spiaggia sotto un cielo trapuntato di stelle, Sofia incontrò Lorenzo. Lorenzo era un artista di strada, un'anima vagabonda che viveva per dipingere i paesaggi mozzafiato che incontrava durante i suoi viaggi. I suoi occhi erano di un verde smeraldo come le acque del mare al tramonto, e il suo sorriso era contagioso.

Mentre le note di una chitarra riempivano l'aria, Lorenzo si avvicinò a Sofia con un'audacia gentile, e i due si ritrovarono presto a parlare come se si conoscessero da sempre. C'era qualcosa di magico nell'aria, un'intesa istantanea che li legava in modo indissolubile.

La Passione

Con il passare delle settimane, Sofia e Lorenzo passarono sempre più tempo insieme. Le loro giornate erano piene di risate, passeggiate lungo la spiaggia e lunghe conversazioni sotto le stelle. La passione tra loro cresceva ogni giorno di più, un fuoco che ardeva con un'intensità che entrambi non avevano mai conosciuto.

Lorenzo trovava ispirazione nei sorrisi di Sofia, e le sue tele si riempivano di colori vivaci e di emozioni profonde. Sofia, d'altra parte, si sentiva viva come mai prima e trovava in Lorenzo il compagno che aveva sempre sognato.

La Distanza

Tuttavia, l'estate era destinata a finire e con essa, la permanenza di Lorenzo nella cittadina. Il suo cuore era diviso: l'amore per Sofia e il desiderio di esplorare il mondo lo laceravano,  la separazione sembrava inevitabile, entrambi sapevano che il loro amore era speciale, un legame che il tempo e lo spazio non avrebbero potuto spezzare.

L'Epilogo

Con le lacrime agli occhi e il cuore colmo di speranza, Sofia e Lorenzo si promisero amore eterno sotto le stelle, con la promessa di ritrovarsi un giorno. E mentre Lorenzo si allontanava, Sofia rimase sulla spiaggia, con lo sguardo verso l'orizzonte, sapendo che il loro amore avrebbe superato ogni confine.

Gli anni passarono, ma il loro amore non svanì mai. Le lettere che si scambiavano erano piene di parole appassionate e di promesse di una vita futura insieme. Un giorno, quando meno se lo aspettava, Lorenzo tornò, e sotto lo stesso cielo stellato dove tutto era iniziato, le loro anime si riunirono, pronte a scrivere il prossimo capitolo della loro storia d'amore.



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🪞 Il riflesso che non dorme

Ogni notte, alle 3:17 esatte, lo specchio della stanza si accende da solo.

Non emette luce, né suoni. Ma qualcosa cambia. La superficie, prima opaca e silenziosa, si anima. Riflette un volto che non è il suo.

Lei lo sa. Lo ha sempre saputo.

Il volto nello specchio è simile al suo, ma non identico. Gli occhi sono più scuri, le labbra più sottili, e c’è una piega nel sorriso che non le appartiene. Eppure, ogni notte, si avvicina. Si siede sul bordo del letto, con la coperta stretta tra le dita, e lo osserva.

Il riflesso le sorride. Non è un sorriso amichevole, né maligno. È un sorriso consapevole. Come se sapesse qualcosa che lei ha dimenticato.

La prima volta ha avuto paura. La seconda, curiosità. Ora, dopo mesi, prova solo una strana familiarità. Come se quel volto fosse un sogno che ha fatto da bambina, e che ora torna a cercarla.

Una notte, il riflesso ha mosso le labbra. Lei non ha sentito nulla, ma ha capito. “Non sei tu a guardarmi. Sono io che ti ricordo.”

Da allora, ha smesso di chiedersi chi fosse. Ha smesso di cercare spiegazioni. Si limita a sedersi, ogni notte, e ascoltare con gli occhi.

Perché sa che quel volto non è un’illusione. È il sogno di qualcun altro. Intrappolato nel vetro. E forse, un giorno, sarà lei a riflettersi in un’altra stanza, in un’altra vita, mentre qualcuno la osserva e si chiede: “Chi sei?”




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