martedì 16 settembre 2025

Lauren Bacall: la diva che ha incantato Hollywood e Broadway

🎬 Lauren Bacall: la diva che sussurrava al cinema



Lauren Bacall, nata Betty Joan Perske il 16 settembre 1924 a New York, è stata molto più di una semplice attrice: è stata un simbolo di eleganza, intelligenza e audacia. Con il suo sguardo magnetico e la voce profonda, ha segnato l’età d’oro di Hollywood, diventando una leggenda vivente.

🌟 Dalle passerelle al grande schermo

Prima di diventare attrice, Bacall fu fotomodella. Fu notata grazie a una copertina di Harper’s Bazaar, che attirò l’attenzione del regista Howard Hawks. Il suo debutto cinematografico avvenne nel 1944 con Acque del sud, accanto a Humphrey Bogart, che divenne suo marito e compagno di scena in altri capolavori come Il grande sonno e L’isola di corallo.

🎭 Una carriera tra cinema e teatro

Negli anni '50 brillò in commedie come Come sposare un milionario con Marilyn Monroe e La donna del destino con Gregory Peck. Ma fu anche una stella del palcoscenico, vincendo due Tony Award per i musical Applause e Woman of the Year. Negli anni '90 tornò alla ribalta con L’amore ha due facce, che le valse una candidatura all’Oscar.

🏆 Riconoscimenti e eredità

Nel 2009 ricevette l’Oscar alla carriera, riconoscimento del suo impatto indelebile sul cinema. Morì nel 2014, lasciando un’eredità artistica che continua a ispirare generazioni di attori e cinefili.



“Gian Gastone de' Medici: l’ultimo granduca e il tramonto dei Medici in Toscana”

Gian Gastone de' Medici: l’ultimo atto di una dinastia gloriosa

Nel cuore del Settecento, tra le ombre di un potere in declino e le luci di un'intelligenza raffinata, si staglia la figura di Gian Gastone de' Medici, ultimo granduca di Toscana della celebre dinastia fiorentina. Nato il 25 maggio 1671 a Firenze, figlio di Cosimo III e Margherita Luisa d'Orléans, Gian Gastone rappresenta il tramonto malinconico di una stirpe che aveva plasmato l’arte, la scienza e la politica europea.

Un principe riluttante

Gian Gastone non era destinato al trono. Secondogenito, colto e riservato, fu spinto verso un matrimonio infelice con Anna Maria Francesca di Sassonia-Lauenburg, donna dal carattere opposto al suo. La loro unione fu un disastro: lui, amante della cultura e della quiete; lei, rigida e autoritaria. Isolato e infelice, Gian Gastone si rifugiò nell’alcol e in una vita dissoluta, circondato da cortigiani eccentrici e da un fedele compagno, Giuliano Dami, figura chiave della sua cerchia privata.

Un regno di riforme e resistenza

Nel 1723, alla morte del padre, Gian Gastone salì al trono. Malgrado la salute precaria e l’indifferenza verso il potere, si rivelò un sovrano sorprendentemente progressista. Abolì molte delle leggi oppressive imposte dal padre, ridusse le tasse, promosse la cultura e cercò di separare la Chiesa dallo Stato. Il suo governo fu un tentativo sincero di restituire dignità a una Toscana ormai marginalizzata nello scacchiere europeo.

Il tramonto dei Medici

Senza eredi e con le grandi potenze europee pronte a spartirsi il destino della Toscana, Gian Gastone fu costretto a designare come successore Francesco Stefano di Lorena, segnando la fine della dinastia medicea. Morì il 9 luglio 1737, lasciando dietro di sé un regno più giusto, ma anche il vuoto di una tradizione secolare.

Un’eredità da riscoprire

Gian Gastone è spesso ricordato per i suoi eccessi, ma merita di essere celebrato per il suo spirito libero, la sua apertura mentale e il suo impegno per una Toscana più equa. In un’epoca di dogmi e rigidità, fu un sovrano fuori dagli schemi, capace di lasciare un’impronta umana e politica che ancora oggi affascina.




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la dedica

A Leone Werth.

Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il migliore amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini. E ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stata. Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano.)
Perciò correggo la mia dedica:
A Leone Werth
quando era un bambino»

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Di Roel Wijnants - Flickr, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia

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