mercoledì 20 gennaio 2021

Alessandro Blasetti

Alessandro Blasetti (Roma3 luglio 1900 – Roma1º febbraio 1987) è stato un registasceneggiatoremontatore e critico cinematografico italiano, fra i più celebri e significativi del suo tempo, tanto da poter essere definito «padre fondatore del moderno cinema italiano». [1]
Viene considerato, insieme a Mario Camerini, il massimo regista italiano del cinema di propaganda fascista, del quale fu anche, in qualche caso, apologeta: Sole (1929), il suo film d'esordio, è un'epica esaltazione delle bonifiche del regime e piacque molto a Benito MussoliniVecchia guardia (1935) è un'apologia della marcia su Roma.
Nei cinque decenni della sua attività, si è misurato con successo nei generi più diversi, dall'epopea storica alla commedia sentimentale, inventandone letteralmente di nuovi (il fantasy con La corona di ferro del 1941, il film a episodi con Altri tempi - Zibaldone n. 1 del 1952, il reportage-sexy con Europa di notte del 1958), ed è stato tra i primi registi cinematografici a cimentarsi con il mezzo televisivo.
È stato un grande innovatore, ha sperimentato per primo in Italia il sonoro (Resurrectio del 1930)[2] e il colore (Caccia alla volpe nella campagna romana del 1938),[3] ha forzato i limiti di quanto fosse lecito mostrare su grande schermo, proponendo le prime nudità del cinema italiano (La corona di ferro del 1941 e La cena delle beffe del 1942), ha lanciato nuovi autori come Pietro Germi e la coppia divistica Sophia Loren-Marcello Mastroianni (Peccato che sia una canaglia del 1954), e rilanciato come attore brillante Vittorio De Sica (Altri tempi
Nel film "Bellissima" interpreta se stesso.(1951)
, 1951), dopo il suo successo neorealistico.
  (Wiipedia)


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Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il migliore amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini. E ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stata. Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano.)
Perciò correggo la mia dedica:
A Leone Werth
quando era un bambino»

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Fernando Botero
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