Il primo mese di Renzo Pezzani
Passo breve e lungo affanno,
la bambagia negli orecchi,
già ti contano tra i vecchi,
primogenito dell’anno.
Cerchi il foco e porti indosso
umor nero e vento e gelo;
col tuo sguardo incanti il fosso
col tuo fiato appanni il cielo.
Tardi il giorno in te raggiorna (1),
ma la sera assidua cala,
silenziosa come un’ala,
sulla terra disadorna.
Per il freddo che tu porti,
prati e boschi sembran morti,
ma, di sotto la tua neve,
vita nova il grano beve.
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