lunedì 3 novembre 2025

“Novembre” di Giovanni Pascoli

 Gemmea l’aria, il sole così chiaro  

che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,  

e del prunalbo l’odorino amaro  

senti nel cuore...  


Ma secco è il pruno, e le stecchite piante  

di nere trame segnano il sereno,  

e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante  

sembra il terreno.  


Silenzio, intorno: solo, alle ventate,  

odi lontano, da giardini ed orti,  

di foglie un cader fragile. È l’estate,  

fredda, dei morti.

Giovanni Pascoli fotografato nella casa di campagna a Castelvecchio di Barga



La poesia descrive un giorno di novembre che, a prima vista, sembra quasi primaverile: l’aria è limpida, il sole splende, e pare di sentire il profumo dei fiori di pruno e di albicocco. Ma è solo un’illusione: in realtà gli alberi sono secchi, il cielo vuoto, la terra arida e silenziosa. L’unico suono è quello delle foglie che cadono al vento. Pascoli chiude con un’immagine potente: questa apparente primavera è in realtà l’“estate fredda dei morti”, cioè il periodo di novembre legato alla commemorazione dei defunti.

 Significato

  • Contrasto illusione/realtà: la natura sembra rinascere, ma in verità è spoglia e segnata dalla morte.

  • Simbolismo dei fiori: i fiori evocati non esistono davvero, sono solo un inganno della percezione.

  • Tema centrale: la fragilità della vita e l’illusione della bellezza che svanisce.


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