giovedì 23 ottobre 2025

L'’Ottocento Letterario: tra Romanticismo, Verismo e Decadenza

 

Il XIX secolo rappresenta una delle epoche più vivaci e trasformative della letteratura italiana. In un periodo segnato da rivoluzioni politiche, cambiamenti sociali e fermenti culturali, gli scrittori dell’Ottocento hanno dato voce a nuove sensibilità, ideali e visioni del mondo.

 Il Romanticismo: cuore e patria

All’inizio del secolo, il Romanticismo si afferma come reazione all’Illuminismo e al razionalismo settecentesco. In Italia, questo movimento assume una forte connotazione patriottica e spirituale. Tra i protagonisti:

  • Ugo Foscolo: con opere come I Sepolcri, esprime il conflitto tra ideali classici e tensioni moderne.

  • Alessandro Manzoni: autore de I Promessi Sposi, è il simbolo del romanzo storico italiano, capace di fondere fede, morale e impegno civile.

  • Giacomo Leopardi: poeta del “pessimismo cosmico”, canta la fragilità dell’uomo e la sua lotta contro l’indifferenza della natura.

 La Scapigliatura: ribellione e inquietudine

Dopo l’Unità d’Italia (1861), emerge la Scapigliatura, un movimento anticonformista e provocatorio, che anticipa il decadentismo. Gli scapigliati, come Emilio Praga e Arrigo Boito, rifiutano le convenzioni borghesi e cercano nuove forme espressive, spesso ispirate alla letteratura francese.

 Il Verismo: la realtà senza veli

Negli ultimi decenni del secolo, il Verismo si impone come corrente dominante. I suoi autori descrivono la vita quotidiana, soprattutto delle classi popolari, con uno stile sobrio e oggettivo:

  • Giovanni Verga: con I Malavoglia e Mastro-don Gesualdo, racconta il destino ineluttabile dei suoi personaggi, immersi in una Sicilia arcaica e crudele.

  • Luigi Capuana: teorico del Verismo, sostiene una narrativa basata sull’osservazione scientifica della realtà.

 Il Decadentismo: arte, sogno e simbolo

Sul finire del secolo, la letteratura si fa più introspettiva e simbolica. Il Decadentismo celebra l’estetica, il sogno e la soggettività:

  • Giosuè Carducci, primo Nobel italiano per la letteratura (1906), fonde classicismo e passione civile.

  • Giovanni Pascoli: con le sue poesie intimiste e simboliste, esplora il dolore, la memoria e la natura.

  • Gabriele D’Annunzio: poeta-vate, incarna l’estetismo e il culto della bellezza, tra sensualità e provocazione.

Conclusione

La letteratura dell’Ottocento italiano è un viaggio tra ideali, rivoluzioni e inquietudini. Dai versi struggenti di Leopardi alle cronache veriste di Verga, ogni autore ha contribuito a costruire un mosaico ricco e sfaccettato, che ancora oggi ci parla con forza e profondità.



venerdì 17 ottobre 2025

Giuseppe Ungaretti

 Giuseppe Ungaretti (1888–1970) Poeta della luce e dell’abisso, Ungaretti è tra i massimi esponenti dell’Ermetismo italiano. Nato ad Alessandria d’Egitto da genitori lucchesi, visse tra culture e deserti, tra lingue e silenzi. La sua poesia nasce dalla frattura: guerra, esilio, perdita, ma anche stupore, resurrezione, parola che si fa pietra.

Stile e poetica Ungaretti rivoluziona la forma poetica: versi brevi, essenziali, scolpiti come epigrafi. Ogni parola è scelta con precisione mistica. Il suo stile ermetico non è oscurità, ma concentrazione: la poesia come atto sacro, come luce che filtra nel buio.

Opere principali

  • Allegria di naufragi (1919): nato dalle trincee della Prima Guerra Mondiale, è un canto di sopravvivenza e stupore.

  • Sentimento del tempo (1933): più classico, più meditativo, esplora il tempo come rovina e miracolo.

  • Il dolore (1947): scritto dopo la morte del figlio, è un grido composto, una preghiera spezzata.

Vita e viaggi Visse a Parigi, Roma, Brasile. Fu amico di Apollinaire, Montale, Quasimodo. Insegnò letteratura italiana all’Università di Roma. La sua vita fu segnata da lutti e guerre, ma anche da una ricerca instancabile di bellezza e verità.

Frase emblematica

“Mi illumino d’immenso.” Un verso solo, un universo intero. È la sua firma, il suo dono.

 


Petali

Nel cuore di Lecce, la luna si posa, su pietra che canta la storia nascosa. Una donna cammina, vestita di versi, tra sogni scolpiti e silenzi diversi.

Le mura sussurrano rime segrete, petali danzano in arie discrete. Ogni passo è un’eco di tempo che fu, tra stelle che vegliano il cielo più blu.

Barocco respiro, memoria che vive, in notti che l’anima dolce rivive. E l’ombra si piega al suo passo leggero, come fosse poesia, come fosse mistero.

giovedì 9 ottobre 2025

Fiori Notturni

  Fiori Notturni

Nel lago oscuro, dove il tempo tace, sboccia un giglio, candido di pace. Tra ninfee che dormono in silenzio, sussurra al buio il suo dolce sentenzio.

Petali rosa, dispersi nel vento, come segreti caduti in lento intento. La luna li guarda, madre discreta, e ogni riflesso diventa una meta.

Profuma l’ombra, si piega la sera, il fiore veglia, ma non fa barriera. Accoglie il sogno, la voce sommessa, di chi nel buio la bellezza confessa.

E tu che passi, non fare rumore: i fiori notturni parlano d’amore. Non quello acceso, gridato al mattino, ma quello che vive nel passo divino.



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la dedica

A Leone Werth.

Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il migliore amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini. E ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stata. Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano.)
Perciò correggo la mia dedica:
A Leone Werth
quando era un bambino»

Fernando Botero

Fernando Botero
Di Roel Wijnants - Flickr, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia

Grazia Deledda "La Primavera"

Grazia Deledda "La Primavera"
L'inverno aveva rinfrescato anche il colore delle rocce. Dai monti scendevano, vene d'argento, mille rivoletti silenziosi, scintillanti tra il verde vivido dell'erba. Il torrente sussultava in fondo alla valle tra i peschi e i mandorli fioriti, e tutto era puro, giovane, fresco, sotto la luce argentea del cielo. Grazia Deledda