lunedì 3 novembre 2025

“Novembre” di Giovanni Pascoli

 Gemmea l’aria, il sole così chiaro  

che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,  

e del prunalbo l’odorino amaro  

senti nel cuore...  


Ma secco è il pruno, e le stecchite piante  

di nere trame segnano il sereno,  

e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante  

sembra il terreno.  


Silenzio, intorno: solo, alle ventate,  

odi lontano, da giardini ed orti,  

di foglie un cader fragile. È l’estate,  

fredda, dei morti.

Giovanni Pascoli fotografato nella casa di campagna a Castelvecchio di Barga



La poesia descrive un giorno di novembre che, a prima vista, sembra quasi primaverile: l’aria è limpida, il sole splende, e pare di sentire il profumo dei fiori di pruno e di albicocco. Ma è solo un’illusione: in realtà gli alberi sono secchi, il cielo vuoto, la terra arida e silenziosa. L’unico suono è quello delle foglie che cadono al vento. Pascoli chiude con un’immagine potente: questa apparente primavera è in realtà l’“estate fredda dei morti”, cioè il periodo di novembre legato alla commemorazione dei defunti.

 Significato

  • Contrasto illusione/realtà: la natura sembra rinascere, ma in verità è spoglia e segnata dalla morte.

  • Simbolismo dei fiori: i fiori evocati non esistono davvero, sono solo un inganno della percezione.

  • Tema centrale: la fragilità della vita e l’illusione della bellezza che svanisce.


Riassunto del sito

Rubriche principali

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“Ogni pennellata è un respiro che resta sulla tela.”
“La parola diventa luce quando incontra il silenzio.”
“Un disegno, due righe, e nasce un mondo intero.”
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“Storie di chi ha illuminato il cammino degli altri.”

Poesia e immagini

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“Il cuore parla con parole che non hanno voce.”
“A volte il vuoto racconta più di mille frasi.”
“Ogni stagione porta con sé un ricordo da custodire.”

Friedrich Nietzsche: il filosofo che ha osato guardare nell’abisso

 Friedrich Nietzsche non è stato soltanto un pensatore, ma un terremoto nella storia della filosofia. Nato nel 1844 a Röcken, in Germania, figlio di un pastore luterano, la sua vita fu segnata da fragilità fisiche e da un destino tragico, ma anche da una forza intellettuale capace di scuotere le fondamenta della cultura occidentale. Nietzsche non si limitò a scrivere libri: mise in discussione i valori, le certezze e le illusioni di un’intera civiltà.

La sua filosofia è un invito a guardare oltre le maschere della morale tradizionale, a smascherare ciò che si nasconde dietro concetti come “bene” e “male”. Con opere come Così parlò Zarathustra, Al di là del bene e del male e La genealogia della morale, Nietzsche ci ha consegnato immagini potenti: la “morte di Dio”, che non è un atto di ateismo banale, ma la constatazione che i valori assoluti dell’Occidente si sono sgretolati; l’Oltreuomo, simbolo di chi sa creare nuovi orizzonti; e la volontà di potenza, intesa come energia vitale che spinge l’uomo a superare se stesso.

Nietzsche non fu mai un pensatore “accademico”. La sua scrittura è aforistica, poetica, spesso incendiaria. Non costruisce sistemi, ma lancia scintille. Ogni sua frase sembra un colpo di martello, capace di frantumare idoli e aprire spazi di libertà. Non a caso, lui stesso definiva la sua filosofia come “filosofare col martello”.

Eppure, dietro la forza delle sue parole, c’è anche una fragilità umana. Nietzsche visse gran parte della sua vita in solitudine, lontano dalle università e dai salotti culturali. La sua salute precaria lo costrinse a un’esistenza errante, tra le montagne svizzere e le città italiane come Genova, Torino e Sorrento. Proprio in Italia trovò spesso l’ispirazione per le sue opere più luminose, immerse nella luce mediterranea.

Il suo pensiero non è mai un invito al nichilismo passivo, ma al contrario una sfida: trasformare il vuoto lasciato dalla caduta dei vecchi valori in un’occasione di creazione. Nietzsche ci chiede di diventare artisti della nostra vita, di danzare sul filo del caos, di dire “sì” all’esistenza anche nei suoi aspetti più duri.

Forse è per questo che, ancora oggi, Nietzsche continua a parlarci con una voce attuale e inquietante. In un mondo che spesso cerca certezze facili, lui ci ricorda che la vera grandezza nasce dal coraggio di affrontare l’incertezza.

Come scrisse ne La gaia scienza: “Bisogna avere un caos dentro di sé per generare una stella danzante.”

Gustav-Adolf Schultze (d. 1897) - Nietzsche by Walter Kaufmann, Princeton Paperbacks, Fourth Edition


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A Leone Werth
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