giovedì 9 ottobre 2025

Fiori Notturni

  Fiori Notturni

Nel lago oscuro, dove il tempo tace, sboccia un giglio, candido di pace. Tra ninfee che dormono in silenzio, sussurra al buio il suo dolce sentenzio.

Petali rosa, dispersi nel vento, come segreti caduti in lento intento. La luna li guarda, madre discreta, e ogni riflesso diventa una meta.

Profuma l’ombra, si piega la sera, il fiore veglia, ma non fa barriera. Accoglie il sogno, la voce sommessa, di chi nel buio la bellezza confessa.

E tu che passi, non fare rumore: i fiori notturni parlano d’amore. Non quello acceso, gridato al mattino, ma quello che vive nel passo divino.



lunedì 29 settembre 2025

Gustavo Adolfo Rol: Il Viaggiatore dell’Invisibile

 Nel cuore del Novecento italiano, tra le eleganti vie di Torino, visse un uomo che sfidò i confini della percezione umana: Gustavo Adolfo Rol (1903–1994), sensitivo, artista, poliglotta e maestro spirituale. La sua figura continua a dividere: per alcuni fu un mistificatore, per altri un ponte vivente tra materia e spirito.

 Un’anima poliedrica

Rol non fu solo un uomo di “possibilità”, come lui stesso definiva i suoi poteri. Laureato in Giurisprudenza, Economia e Biologia medica, fu anche pittore, musicista e antiquario. La sua vita si intrecciò con quella di artisti, scienziati e politici, ma anche con persone comuni, a cui offriva gratuitamente dimostrazioni dei suoi fenomeni: chiaroveggenza, telepatia, bilocazione, diagnosi spirituale, viaggi nel tempo.

 La legge tremenda

Nel 1927, a Parigi, scrisse una frase enigmatica:

“Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura.”

Questa “legge tremenda” univa tre elementi percettivi:

  • Il verde: colore centrale dello spettro visibile, associato al chakra del cuore, ponte tra materia e spirito.

  • La quinta musicale: intervallo armonico (es. Do–Sol) che genera consonanza perfetta, come se l’essere umano fosse uno strumento da accordare.

  • Il calore: effetto fisico che nasce dalla vibrazione spirituale, segnale che il corpo è pronto a ricevere lo spirito.

Rol intuì che questi tre canali—vista, udito, tatto—potevano essere “accordati” per aprire una porta tra i mondi. Ma questa scoperta lo turbò profondamente. Capì che l’uomo, se perfettamente sintonizzato, può modificare la realtà. E questo potere, se mal gestito, può distruggere quanto costruisce.

 Scienza e mistero

Nonostante incontri con scienziati come Einstein e Fermi (mai documentati), Rol rifiutò di sottoporsi a test scientifici. Disse:

“Meglio rimanere ignorato da una Scienza ufficiale che non è in grado, per ora, di comprendermi.”

Questa posizione lo rese bersaglio di critiche, ma anche di profonda ammirazione. I suoi esperimenti con le carte, le diagnosi intuitive e le materializzazioni avvenivano in ambienti intimi, con pochi testimoni, spesso coinvolti attivamente.

 Eredità spirituale

Rol non fondò scuole né scrisse trattati. Disse che il suo compito era “dimostrare che l’uomo è immortale”. La sua eredità vive nei racconti dei testimoni, nei suoi dipinti, e in una domanda che ancora ci interroga: E se la realtà fosse solo una delle infinite possibilità?

 Riflessioni per il lettore

Rol ci lascia una domanda aperta: Siamo davvero solo corpo e mente, o anche vibrazione, frequenza, possibilità?

Nel verde, nella musica, nel calore del cuore, forse c’è una chiave. Non per fare miracoli, ma per vivere con più consapevolezza. Per sentire che ogni gesto, ogni pensiero, ogni nota… vibra.

E tu, lettore, hai mai percepito un’armonia invisibile tra ciò che vedi, senti e provi? Hai mai avuto la sensazione che la realtà si piegasse, anche solo per un istante, al tuo stato interiore?

Gustavo Rol



domenica 28 settembre 2025

Louis Pasteur: il visionario che rese la scienza umana


“La fortuna favorisce solo le menti preparate.”Louis Pasteur

🔬 L’uomo che guardava oltre il microscopio

Louis Pasteur (1822–1895) non fu solo uno scienziato: fu un rivoluzionario della medicina, un pioniere della microbiologia e un instancabile difensore della vita. Le sue scoperte hanno salvato milioni di persone, trasformando il modo in cui il mondo comprende le malattie, la prevenzione e la responsabilità scientifica.

 Dalle origini alla scoperta

  • Nato a Dole, in Francia, Pasteur si laureò in chimica e fisica alla prestigiosa École Normale Supérieure.

  • Iniziò studiando la struttura dei cristalli, ma presto si dedicò alla fermentazione, dimostrando che era causata da microrganismi e non da processi spontanei.

  • Questa intuizione pose fine alla teoria della generazione spontanea e diede vita alla microbiologia moderna.

 La pastorizzazione: una rivoluzione quotidiana

  • Pasteur inventò il processo di pastorizzazione, che consiste nel riscaldare i liquidi per eliminare i batteri nocivi.

  • Questo metodo, ancora oggi utilizzato per latte, vino e succhi, ha reso sicuri milioni di alimenti e bevande.

  • La sua applicazione fu immediata e globale, migliorando la salute pubblica in modo silenzioso ma profondo.

💉 Il vaccino contro la rabbia: un atto di coraggio

  • Nel 1885, Pasteur salvò il piccolo Joseph Meister, morso da un cane rabbioso, somministrandogli un vaccino sperimentale.

  • Il successo fu clamoroso: la rabbia, fino ad allora incurabile, poteva essere prevenuta.

  • Da quel momento, Pasteur divenne un simbolo di speranza e progresso.

 Riflessioni finali: il valore della scienza umana

Louis Pasteur ci lascia un’eredità che va oltre la medicina. Ci insegna che la scienza non è solo calcolo e laboratorio, ma anche etica, coraggio e visione. In un mondo dove la disinformazione corre veloce e la fiducia vacilla, il suo esempio ci ricorda che il sapere deve essere al servizio della vita.

Pasteur non era un medico, ma salvò vite. Non cercava applausi, ma soluzioni. La sua forza era nella preparazione, nella dedizione, nella capacità di vedere ciò che altri ignoravano. Per chi,  lavora per costruire sistemi collettivi, diffondere conoscenza e proteggere la comunità — che sia attraverso la medicina, la comunicazione o la progettazione — Pasteur è un modello di integrità e visione.

La sua storia ci invita a credere nella scienza, a difendere la verità, e a non smettere mai di cercare. Perché ogni vita salvata, ogni malattia prevenuta, ogni gesto di cura, è il frutto di menti preparate e cuori coraggiosi.

Louis Pasteur


Georges Clemenceau: la Tigre della Repubblic

“La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai militari.”Georges Clemenceau

🐅 Un uomo, una lotta, una visione

Georges Clemenceau (1841–1929) fu molto più di un politico: fu medico, giornalista, oratore, e soprattutto un combattente instancabile per la giustizia e la libertà. Soprannominato “la Tigre” per la sua ferocia dialettica e la sua determinazione, incarnò la forza della Repubblica francese nei suoi momenti più critici.

📚 Dalla medicina alla politica

  • Laureato in medicina, visse negli Stati Uniti e ne assimilò lo spirito democratico.

  • Tornato in Francia, divenne sindaco di Montmartre e poi deputato, opponendosi al trattato di pace con la Prussia.

  • La sua carriera fu segnata da un profondo impegno anticlericale e repubblicano.

✒️ Giornalismo e battaglie civili

  • Fondò il quotidiano La Justice, usando la stampa come arma politica.

  • Difese Alfred Dreyfus contro l’antisemitismo dilagante, diventando simbolo di integrità morale.

  • La sua penna era affilata quanto la sua oratoria: diretta, tagliente, intransigente.

⚔️ Primo Ministro e architetto della vittoria

  • Primo Ministro dal 1906 al 1909 e poi dal 1917 al 1920, in piena Prima Guerra Mondiale.

  • Rafforzò la resistenza francese e sostenne la nomina di Foch a comandante supremo degli Alleati.

  • Fu protagonista della Conferenza di pace di Parigi e del Trattato di Versailles.

🧠 Riflessioni contemporanee

Clemenceau ci insegna che il vero statista non cerca il consenso facile, ma la coerenza con i propri valori. In tempi di crisi, serve lucidità, fermezza e visione. Per chi lavora oggi nella comunicazione, nella politica o nella costruzione di sistemi collettivi, la sua figura è un faro: si può essere rigorosi e visionari, combattivi e costruttivi, senza mai perdere il senso del dovere.

Georges Clemenceau 


venerdì 26 settembre 2025

Edgar Valmont: l’eco di un’ombra ottocentesca

 Ci sono nomi che non appartengono interamente né alla Storia né alla pura invenzione. Tra i sussurri della Parigi ottocentesca, in un confine sospeso tra realtà e mito, emerge la figura di Edgar Valmont, un poeta che molti considerano una leggenda della bohème decadente. Forse esistito, forse frutto di racconti tramandati e mai verificati, Valmont è oggi un enigma: un volto che appare e scompare tra manoscritti perduti, testimonianze frammentarie e il fascino oscuro dei poètes maudits. Parlare di lui significa avventurarsi in una zona grigia, dove la verità si intreccia alla suggestione e la letteratura diventa leggenda.
Un’eco nella Parigi dei maledetti
Si dice che Edgar Valmont fosse nato a Marsiglia nel 1837, figlio di un mercante di seta. Alcuni resoconti lo descrivono come un giovane inquieto, incapace di accettare il destino borghese che la famiglia gli aveva assegnato. Attirato dalla vita errante, avrebbe trovato rifugio nei caffè fumosi di Parigi, dove la bohème artistica bruciava le notti tra assenzio, discussioni filosofiche e versi proibiti.
Ma le fonti sono scarse, spesso contraddittorie. Alcuni lo vogliono compagno di bevute di un giovane Verlaine, altri sostengono che non abbia mai lasciato Marsiglia, limitandosi a spedire lettere intrise di poesia e follia.
Poesie bruciate e quaderni perduti
Il mito narra di una raccolta, Les Nuits de Cendre (Le Notti di Cenere), stampata in pochissime copie nel 1862 e subito sequestrata per oscenità. Di quell’opera resterebbero solo pochi frammenti, custoditi da collezionisti privati, in cui l’amore si confonde con la bestemmia, la bellezza con il degrado, anticipando i temi dei simbolisti e dei decadenti.
Che questi versi siano davvero suoi, nessuno può dirlo con certezza: i documenti che li attesterebbero sono sempre “scomparsi” o difficili da verificare.
Vita e morte di un fantasma
Valmont sarebbe morto nel 1871, in una pensione vicino a Montmartre, consumato dalla malattia e dalla solitudine. Ma anche la sua fine è avvolta nel dubbio. Alcuni racconti parlano di una giovane pittrice che avrebbe realizzato un unico ritratto del poeta, oggi considerato una reliquia; altri sostengono che quel volto appartenga a un altro uomo, e che il nome “Edgar Valmont” sia solo lo pseudonimo collettivo di più autori anonimi.
L’eredità di un enigma
Che Edgar Valmont sia stato un uomo in carne e ossa o solo un mito letterario, la sua leggenda continua a vibrare tra chi ama le storie ai margini della Storia. Le poesie che gli vengono attribuite—vere o apocrife—raccontano una sensibilità fuori dal tempo: visioni oniriche, un linguaggio tagliente, una sensualità che inquieta e seduce.
In fondo, forse è proprio questo il cuore della sua grandezza: non importa se Valmont sia esistito davvero, perché la sua ombra ci ricorda che la poesia vive anche quando il poeta è solo un sussurro nella memoria collettiva.
💡 Curiosità e frammenti perduti
Di Les Nuits de Cendre

Presunti versi attribuiti a Valmont compaiono di tanto in tanto in vecchi cataloghi d’asta, ma le autenticazioni sono sempre controverse.
Alcune lettere anonime, custodite in archivi di Marsiglia e Parigi, riportano frasi che potrebbero appartenere al poeta, ma nessuna prova definitiva è mai emersa.
Forse è proprio questa assenza a costituire l’opera più grande di Valmont: un silenzio che invita chi ama la poesia a immaginare ciò che non può essere letto, Non esiste un'edizione certa, alcune parlano di poche copie private conservate in collezioni inaccessibili.


Presunto ritratto di Edgar Valmont (Parigi, ca. 1865). L’autenticità dell’opera è incerta, ma lo sguardo inquieto continua a nutrire il mito del poeta maledetto che forse non è mai esistito.

Charlie Chaplin: Il Genio Silenzioso che Ha Fatto Parlare il Mondo

In un’epoca in cui il cinema era muto, Charlie Chaplin riuscì a dire tutto. Con un cappello a bombetta, un bastone di bambù e un paio di scarpe troppo grandi, ha trasformato il silenzio in poesia, la comicità in critica sociale, e il gesto in linguaggio universale.

🌟 L’Uomo Dietro il Vagabondo

Nato a Londra nel 1889, Chaplin visse un’infanzia segnata dalla povertà e dall’instabilità familiare. Ma fu proprio questa esperienza a forgiare il suo sguardo sul mondo: empatico, ironico, profondamente umano. Il suo personaggio più celebre, il Vagabondo (“The Tramp”), incarna la dignità dei dimenticati, la resilienza dei fragili, e la capacità di sorridere anche quando tutto sembra perduto.

🎬 Un Cinema che Parla Senza Parole

Chaplin non fu solo attore: fu regista, sceneggiatore, compositore e produttore. Film come Il monello (1921), Tempi moderni (1936) e Il grande dittatore (1940) sono capolavori che mescolano comicità e denuncia sociale. In Tempi moderni, Chaplin critica l’alienazione dell’uomo nella società industriale, anticipando temi ancora attuali. In Il grande dittatore, rompe il silenzio per pronunciare uno dei discorsi più potenti della storia del cinema, un appello alla pace e alla fratellanza in piena epoca nazista.

🎭 L’Arte di Far Ridere e Pensare

Chaplin ha dimostrato che la comicità non è evasione, ma uno specchio che riflette le contraddizioni del nostro tempo. Il suo umorismo è tenero, mai crudele. Le sue gag sono coreografie di intelligenza e cuore. Ogni caduta, ogni sguardo, ogni passo incerto del Vagabondo è un atto di resistenza poetica.

🌍 Un’Eredità Universale

Ancora oggi, Chaplin parla a tutti. Il suo cinema attraversa lingue, culture e generazioni. È un invito a guardare il mondo con occhi più gentili, a non perdere la capacità di ridere, e a credere che anche il più piccolo tra noi può cambiare qualcosa.

“Un giorno senza sorriso è un giorno perso.” — Charlie Chaplin


 

martedì 23 settembre 2025

✨ Victor Hugo: L’utilità dell’essere umano e la forza della parola

 Nel cuore della letteratura francese, Victor Hugo è una figura che ha saputo coniugare la potenza dell’immaginazione con l’impegno sociale. Poeta, romanziere, drammaturgo e pensatore, ha lasciato un’eredità che continua a ispirare chi cerca bellezza, giustizia e verità.

Una delle sue citazioni più toccanti recita:

"Essere utile è un dovere. Essere indispensabile è una presunzione." — Victor Hugo

Questa riflessione ci invita a riconsiderare il nostro ruolo nel mondo: non come protagonisti assoluti, ma come presenze significative, capaci di contribuire senza dominare. In un’epoca in cui l’individualismo spesso prevale, Hugo ci ricorda che la vera forza sta nell’essere parte di qualcosa più grande, nel servire con umiltà e nel trovare valore anche nei momenti di oscurità.

🖋️ Hugo e il potere della resilienza

Nei suoi romanzi, come I Miserabili, Hugo ha dipinto personaggi che, pur attraversando abissi di dolore e ingiustizia, trovano nella propria utilità — nel bene che riescono a fare — la forza per resistere. Jean Valjean, ad esempio, non è indispensabile per il mondo, ma è essenziale per Cosette, per chi lo incontra, per chi riceve il suo aiuto. E questo basta.

📚 Perché parlarne oggi?

In un mondo che corre, che premia la visibilità e l’efficienza, Hugo ci invita a rallentare e a riflettere. Essere utili non significa essere perfetti. Significa esserci, fare la propria parte, lasciare una traccia gentile. E nei momenti bui, questa consapevolezza può diventare la nostra ancora.

Victor Hugo: voce del Romanticismo e della coscienza sociale

Victor Hugo nacque il 26 febbraio 1802 a Besançon, in Francia. Considerato uno dei massimi esponenti del Romanticismo europeo, fu poeta, romanziere, drammaturgo e attivista politico. La sua opera abbraccia temi universali come la giustizia, la libertà, l’amore e la redenzione.

Fin da giovane mostrò una vocazione letteraria profonda, scrivendo: “Voglio essere Chateaubriand o niente.” Nel 1831 pubblicò Notre-Dame de Paris, un romanzo storico che rese immortale la figura di Quasimodo. Ma fu con I Miserabili (1862) che Hugo raggiunse il vertice della sua fama, raccontando con intensità la lotta tra il bene e il male, la povertà e la dignità umana.

Oltre alla letteratura, Hugo fu attivo in politica: deputato, senatore e fervente repubblicano, si oppose al regime di Napoleone III e visse in esilio per quasi vent’anni. Durante questo periodo scrisse alcune delle sue opere più profonde, come Le Contemplazioni e La Leggenda dei secoli.

Morì il 22 maggio 1885 a Parigi, e fu sepolto nel Pantheon, come tributo nazionale. Il suo funerale fu seguito da milioni di persone: un poeta diventato coscienza del suo tempo.

💬 Citazioni immortali di Victor Hugo

  • “La suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è, o meglio, essere amati a dispetto di quello che si è.”I Miserabili

  • “Non c’è nulla di più potente di un’idea il cui tempo è giunto.”Discorsi politici

  • “Il riso è il sole che scaccia l’inverno dal volto umano.”I Miserabili

  • “La vita è il fiore per il quale l’amore è il miele.”Il re si diverte

  • “Spesso ci sono più cose naufragate in fondo a un’anima che in fondo al mare.”Oceano

  • “L’alba ha una sua misteriosa grandezza che si compone d’un residuo di sogno e d’un principio di pensiero.”I lavoratori del mare

  • “L’amore è come un albero: germina da sé, getta profondamente le sue radici in tutta la nostra vita, e continua spesso a verdeggiare sopra un cuore in rovina.”Notre-Dame de Paris

  • “Credete, per essere forti. Amate, per essere felici.”Oceano

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Perciò correggo la mia dedica:
A Leone Werth
quando era un bambino»

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Fernando Botero
Di Roel Wijnants - Flickr, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia

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